Analisi delle componenti probiotiche delle principali produzioni vegetali campane ottenute con i metodi di produzione biologica

Responsabile Scientifico del progetto:  Prof. M.

Responsabile Scientifico del progetto:  Prof. M.A. Belisario; Prof. L. Rastrelli, Dott. O. Moltedo

Unità Operative: Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano. Dott.ri F. Nazzaro, A. Sada: Istituto di Scienze dell’ Alimentazione del CNR, Via Roma, 52 A/C – 83100 Avellino.

Lo sviluppo di colture di vegetali con metodi biologici è di grande interesse per l’agricoltura meridionale, in particolare per la regione Campania, che contribuisce in larga misura e in maniera crescente a questa tipologia di coltivazione a livello nazionale. Il presente progetto si propone di ottenere utili informazioni sulla validità di tali tipi di coltivazione, sono stati confrontati alcuni parametri di interesse per la qualità del prodotto e/o suoi effetti sulla salute (proprietà antiossidanti, mutagenicità, etc.) in specie vegetali da coltivazione biologica con quelli degli stessi vegetali coltivati in condizioni convenzionali.

Risultati attesi

Sono stati raccolti i seguenti vegetali da coltivazione biologica e convenzionale: lattuga (varietà canasta e varietà trocadero), spinaci (varietà gladiator) e rucola (varietà selvatica). Dopo opportuno trattamento dei campioni (estrazione con acqua o solvente organico a secondo del tipo di parametro da dosare) sono stati sottoposti ad una serie di indagini. In particolare è stato dosato nei diversi campioni il potenziale antiossidante, sia come attività scavenger nei confronti di specie radicaliche stabili (DPPH· ) e potere riducente (FRAP), ed il contenuto di polifenoli, parametro parzialmente correlato al precedente. Per nessuno dei suddetti parametri è stata osservata una significativa differenza tra i campioni ottenuti da cultivar biologici e cultivar convenzionale. Il rischio per la salute associato alla presenza di tracce di pesticidi in campioni da coltura convenzionale è stato certamente uno dei principali fattori che ha portato all’affermazione delle colture di tipo biologico. Poiché molti pesticidi posseggono attività mutagena, abbiamo confrontato il potenziale mutageno degli estratti organici dei vegetali da coltura convenzionale con quello dei corrispondenti vegetali da coltura biologica.  A tale scopo è stato impiegato il test di Ames che utilizza ceppi di Salmonella typhimurium auxotrofi per l’istidina (His-). Sia gli estratti da vegetali da cultivar biologico che cultivar convenzionale sono risultati privi di attività mutagena. Ulteriori ricerche verranno condotte allo scopo di valutare altri parametri di interesse per la salute sulle specie vegetali fin qui analizzate (i.e. attività mutagena “indiretta”, attività antimutagena nei confronti di noti mutageni) e si procederà, inoltre, allo studio di altre specie vegetali, di rilevanza per l’agricoltura campana, ottenute da coltivazione biologica e convenzionale.

Ricadute

Lo studio comparativo che si intende condurre su eventuali differenze, in alcuni dei parametri di interesse per la salute,  tra vegetali e/o frutta ottenuti da cultivar biologici e cultivar convenzionali contribuirà a fornire utili, anche se parziali,  informazioni sulla coltivazione di tipo biologico quale alternativa, in senso migliorativo, alla coltivazione di tipo convenzionale.

Ultimo aggiornamento

29 Luglio 2020, 12:52